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5 min di lettura

Serbatoi

07 Maggio 2021


Anche se apparentemente puliti, i serbatoi possono essere pericolosi, ad esempio la presenza di acqua all'interno può generare corrosione, riducendo così il livello di ossigeno e producendo idrogeno che è un gas infiammabile. Possono inoltre contenere residui della sostanza precedentemente contenuta o se puliti, possono contenere la sostanza inertizzante. In conclusione la sicurezza del personale che lavora in prossimità dei serbatoi può essere garantitasolo da un rilevatore multigas.


Gas presenti

Ossigeno (O2): Il principio generale per inertizzare un serbatoio è purgare l’atmosfera con un gas privo di ossigeno, impedendo con questo una possibile combustione. Bisogna ricordare che sia durante che dopo la purga, ci sarà, all’interno del serbatoio stesso, atmosfera priva di ossigeno.
Infiammabili: L’accensione di vapore infiammabile e la conseguente esplosione all’interno del serbatoio può portare ad una reazione violenta.
Idrogeno solforato (H2S): dovuti al tipo di prodotto precedentemente contenuto nel serbatoio. Un comune esempio è quello di materiali a base di petrolio che è in grado di produrre non solo gas infiammabile ma anche idrogeno solforato tossico.
Biossido di Azoto (NO2): dovuti al tipo di prodotto precedentemente contenuto nel serbatoio.

Rischio atteso

O2: Sia l'eccesso che la mancanza di ossigeno generano malesseri anche importanti, fino alla morte.
Infiammabili: A concentrazioni rispetto al volume anche inferiori al LEL, esplode con minime fonti d'innesco con conseguenze spesso gravi per persone e cose.
H2S: Gas incolore, è contraddistinto dal caratteristico odore di uova marce. Un'esposizione a bassi livelli produce irritazione agli occhi ed alla gola, tosse, accelerazione del respiro e formazione di fluido nelle vie respiratorie. Ad alte concentrazioni uccide il nervo olfattivo rendendo impossibile la percezione del suo sgradevole odore e può causare incoscienza nell'arco di pochi minuti.
NO2: Il biossido di azoto è un forte irritante delle vie polmonari; già a moderate concentrazioni nell'aria provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsione e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni che possono manifestarsi anche molti mesi dopo l'attacco.

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